Territori selvaggi, siti archeologici, esplorazioni del sottosuolo.
In una parola: avventura
Territori selvaggi, siti archeologici, esplorazioni del sottosuolo.
In una parola: avventura
Tiscali è un incredibile sito nuragico edificato oltre 3000 anni fa nel ventre di una montagna. Si trova in cima al monte omonimo – in un punto al confine fra i Supramonte di Oliena e Dorgali – all’interno di una grande cavità, una dolina, che rende le strutture invisibili dall’esterno.
L’area, vista la mancanza di sorgenti e l’impossibilità di praticare l’agricoltura, sembrerebbe piuttosto inospitale, eppure qui vissero non solo i costruttori originari ma anche altre genti che scelsero di abitare questo luogo nei secoli successivi, in età romana e, probabilmente, nell’alto medioevo.
Sa Sedda ’e sos Carros è un villaggio di età nuragica abitato tra il 1200 e il 700 a.C.
La sua eccezionalità è dovuta soprattutto a due strutture legate al culto delle acque: la fonte sacra a pianta circolare, impreziosita da teste di ariete in calcare da cui zampillava l’acqua, e la vasca cerimoniale a gradoni dove gli antichi si immergevano per compiere dei rituali, probabilmente di purificazione.
La grotta Corbeddu, nella valle di Lanaitho, è uno dei luoghi più importanti dell’Isola non solo dal punto di vista archeologico, ma anche da quello antropologico e naturalistico.
Il sito prende il nome dal famoso bandito Giovanni Corbeddu che, nell’800, l’aveva scelta come dimora durante la sua lunga latitanza. In una delle sale è ancora visibile quella che si dice sia la sua firma, accompagnata dal disegno di una bilancia, simbolo di equità e giustizia.
Ma qui, innanzitutto, sono state rinvenute le più antiche tracce della presenza dell’Homo sapiens in Sardegna.
La grotta-voragine di Sa Nurre de su Hoda, nota anche come Voragine di Tiscali, si trova nella valle di Lanaitho, all’interno di un canalone chiamato Su Troccu de Oroglios.
Si tratta di un’ampia cavità carsica, caratterizzata da due ingressi. Quello inferiore, un cunicolo allargato artificialmente che consente l’accesso ai visitatori, conduce a una maestosa sala, ricca di concrezioni calcaree.
L’ingresso superiore, invece, percorribile solo da speleologi esperti, si affaccia su una voragine di 103 metri.
Il monte Corrasi è uno dei paradisi del trekking in Sardegna. Un’imponente e bellissima muraglia calcareo-dolomitica attraversata da olivi e lecci alle quote più basse, e poi aspro e bianchissimo sulle sue vette.
Questa montagna in cui sono presenti oltre 70 specie floreali endemiche – di cui alcune esclusive di questi luoghi (come il rarissimo Ribes sardoum Martelli) – un tempo era il regno dei grandi avvoltoi e del cervo sardo, e ancora oggi è abitato da una ricca fauna selvatica: mufloni, cinghiali, martore, volpi, gatti selvatici, donnole, ghiri, conigli selvatici e lepri sarde. Tra i rapaci è presente l’aquila reale, l’astore, lo sparviero, il falco pellegrino e la poiana.
Su Gologone è una splendida risorgiva carsica che si presenta come un piccolo lago incastonato tra due alte pareti di roccia dolomitica dove l’acqua cristallina si colora di sfumature che vanno dal verde smeraldo al turchese, al blu intenso, a seconda della luce e dell’ora del giorno.
Le sorgenti sono situate ai piedi del Monte Uddè, nel Supramonte di Oliena, e si possono considerare, con ogni probabilità, le più importanti di tutta la Sardegna, con una portata idrica media di oltre cinquecento litri al secondo che durante le piene più imponenti può superare facilmente i diecimila.
Lanaitho è una stretta valle scavata dall’azione erosiva dell’acqua che un tempo qui scorreva copiosa. Si tratta di una zona carsica per cui le acque tendono a inabissarsi nel sottosuolo generando un ambiente ipogeico ricco di grotte, voragini, fiumi e laghi sotterranei, oltre che di risorgive.
Vieni a scoprire canyon e forre vertiginose, altipiani desertici, foreste lussureggianti e doline; panorami continuamente diversi e sconosciuti si apriranno davanti ai tuoi occhi.
La sera, davanti al fuoco e a un bicchiere di vino, riposerai dalle fatiche della giornata e scoprirai la calda (e spartana) accoglienza dei pinnetos (ricoveri montani dalle fattezze di capanne) simili alle abitazioni degli antichi nuragici.
Tutto questo circondato da una flora e una fauna letteralmente uniche, tra famiglie circospette di mufloni, possenti aquile reali e astori solitari.