Le numerose cavità sono state spesso scelte dall’uomo in età preistorica come luoghi abitativi o di sepoltura, e, in epoche più recenti, come ricovero per pastori e greggi, nonché come rifugi.
La relazione millenaria dell’uomo con la valle di Lanaitho ha una spettacolare manifestazione nella grotta Corbeddu, ma sono tanti i rinvenimenti sensazionali nei diversi siti sotterranei nascosti fra le pareti verticali dei Supramonte di Oliena e Dorgali.
Uno di questi è senza dubbio lo scheletro di una donna vissuta durante il Bronzo Antico (2000 – 1800 a.C.) ribattezzata Sisàia così come la grotta in cui è stata rinvenuta, probabilmente da sa aja, ossia l’antenata. La donna riporta i segni di un intervento di trapanazione cranica effettuato con successo, infatti, la rondella ossea rimossa e riposizionata risulta completamente cicatrizzata.
Altre importantissime testimonianze archeologiche sono state scoperte nella Grotta del Guano e in quella di Su Ventiheddu.
Ma i tesori archeologici di Lanaitho non si trovano solo nelle profondità sotterranee, fuori, in superficie, sono celebri per esempio i villaggi di Tiscali e Sa Sedda ’e sos Carros. Da quest’ultimo, abbandonato intorno al VII secolo a.C., potrebbero essersi trasferiti i futuri abitanti del villaggio di Ruinas (in italiano rovine), ubicato all’ingresso della valle.
Ulteriori tracce dell’età nuragica sono individuabili nel villaggio di Su Gurruthone, e dai resti del nuraghe Duavidda, che svettava sull’omonima punta in fondo alla valle, probabilmente a controllo di antiche vie di transumanza da e verso la costa orientale dell’Isola.
Non è possibile riassumere in poche righe la ricchezza naturalistica, storica e archeologica di Lanaitho, l’unico modo per avere un’idea dell’atmosfera che si respira in questa valle all’ombra del Supramonte è viverla.