A gennaio, alle persone riunite intorno ai grandi fuochi accesi in onore di Sant’Antonio, viene offerto su pistiddu una sorta di focaccia ripiena di un impasto speciale fatto con sapa (mosto cotto) o miele.
Nei giorni di Carnevale si possono gustare sas rugliettas – cordoncini di pasta intrecciata e modellata in varie forme, fritti e ricoperti di miele – e sos gugligliones, ripieni di pasta di miele e mandorle e ricoperti di miele.
Sas hasadinas, tipiche della Pasqua, sono dolci caratteristici del mondo pastorale, caratterizzati dal sapore del pecorino fresco. A queste si affiancano sas hasadinas salias, una sorta di torta salata fatta di formaggio fresco da scaldare al forno.
Durante l’estate, e soprattutto ad agosto per la festa di San Lussorio, viene preparato il torrone di mandorle e miele dal colore bianchissimo.
Quando la stagione comincia a farsi fredda, a novembre, in occasione della festa di Ognissanti, sos papassinos offrono un sostanzioso conforto grazie al loro impasto arricchito da mandorle, noci e uva passa.
Le celebri sevadas, invece, fatte di pasta ripiena di abbondante pecorino fresco filante, si preparano tutto l’anno. In passato rappresentavano un pasto completo, oggi un po’ più piccole e ricoperte di miele o zucchero vengono servite come dolce.
E poi ci sono i dolci preparati per le feste private e i riti di passaggio, fra tutti citiamo soltanto sos amarettos, con il loro sapore inconfondibile dato da un delicato equilibrio di mandorle dolci e amare. Fragranti e soffici sono ideali per accompagnare un bicchierino di Gucciu, un vino bianco dolcissimo ottimo da sorseggiare anche a fine pasto.
Gli altri, pistoccos, meliheddas, marigosos, horiheddos, aranciada, pompia, idongiadu ecc. sono altrettanto stuzzicanti e rappresentano per i viaggiatori un invitante incentivo a scoprire questa straordinaria cultura.