Per gli antichi Greci il Nepente (che possiamo tradurre con “che toglie il dolore”) era una bevanda miracolosa in grado di far dimenticare le sofferenze.
E deve avere dimenticato ogni male il celebre poeta italiano Gabriele D’Annunzio se decise di battezzare il vino di Oliena proprio Nepente.
Si tratta di un Cannonau dal sapore deciso e dagli aromi tipici del territorio, le cui peculiarità derivano dalla proverbiale abilità dei vignaioli olianesi e dal fortunato mix di suoli su cui insistono le campagne di Oliena: per metà granitici e per metà calcarei.
Per gli olianesi il gusto inconfondibile del loro nettare è sempre stato motivo di orgoglio, anche perché primeggiare in un’isola come la Sardegna non è certo banale considerando che qui si è iniziato a produrre vino almeno 3400 anni fa!
Ma da dove arriva l’esperienza e il mestiere dei vignaioli di Oliena?
Forse dalle conoscenze e dalla cultura vitivinicola degli ordini religiosi che giunsero da queste parti secoli fa.
Nel ’500 i frati minori di San Francesco da Paola si insediarono a Oliena e piantarono oltre diecimila piante di vite, mentre nel secolo successivo subentrarono i Gesuiti che alla fine del ’600 avevano piantato circa centomila ceppi di vite Cannonau in tutto il territorio del paese.