Un’eredità da tramandare
Un’eredità da tramandare
Se il Mediterraneo e la Sardegna sono ai vertici nella produzione dell’olio d’oliva di qualità, Oliena ne è una delle punte di diamante. Il legame fra il paese e questa tradizione è strettissimo e antichissimo.
Lo testimonia l’enorme circonferenza (fino a 6 metri!) di alcuni olivastri nel territorio. Solo alberi molto vecchi possono raggiungere diametri di questa portata.
Per gli antichi Greci il Nepente (che possiamo tradurre con “che toglie il dolore”) era una bevanda miracolosa in grado di far dimenticare le sofferenze.
E deve avere dimenticato ogni male il celebre poeta italiano Gabriele D’Annunzio se decise di battezzare il vino di Oliena proprio Nepente.
Il pane carasau è senz’altro il più famoso e apprezzato della Sardegna. E l’archeologia sembra indicare che sia anche molto, molto antico, tanto che si ritiene che i sardi abbiano cominciato a produrlo almeno tremila anni fa.
La sua qualità principale, oltre al sapore delicato e fragrante, è quella di conservare le caratteristiche organolettiche molto a lungo dopo la cottura.
Anche nel caso dei dolci (come per i pani) ogni festa ha le sue specialità.
A Oliena le feste pubbliche come la Pasqua, Sant’Antonio abate, San Lussorio, Ognissanti e Carnevale sono molto sentite e ciascuna ha un suo dolce tipico. Così come le celebrazioni per i momenti di passaggio nella vita delle persone: battesimi, cresime, fidanzamenti e matrimoni.
Il territorio di Oliena è un prezioso giacimento di biodiversità vegetali.
Tra queste ci sono diverse varietà autoctone di mandorle, ricche di principi nutritivi e di componenti aromatici nobili, molto apprezzate e richieste dai laboratori della pasticceria secca tradizionale sarda.