La sacra via
Un percorso fra le chiese di Oliena
Sant’Ignazio di Loyola

La costruzione della chiesa di Sant’Ignazio, voluta dall’ordine dei Gesuiti, durò più di un secolo, dalla metà del Seicento al 1758. Il progetto iniziale è di Domenico Spotorno, genovese, che diede alla chiesa le caratteristiche della scuola della sua città. Il suo aspetto finale tuttavia è più aderente agli stilemi del Settecento. Da notare la cupola del campanile che rimanda alla tradizione francese.
Il presbiterio ospita una statua del santo e un altare costruito su indicazioni di Spotorno, decorato con i canoni tipici del tardo Barocco, con festoni, ghirlande, conchiglie, foglie e colonne policrome.
Tra le navate si possono apprezzare numerose opere d’arte antiche e moderne tra cui pregiate sculture lignee, argenti, paramenti sacri e antichi volumi.

Collegio dei Gesuiti

Annesso alla chiesa di Sant’Ignazio di Loyola si trovava il Convento, che essendo adibito anche a scuola, venne ribattezzato come Collegio. Si tratta di un’imponente costruzione, oggetto di recenti restauri che hanno riportato alla luce diversi elementi della struttura originale.
La preziosa pinacoteca, allestita nella sala dell’ex refettorio, ospita una raccolta di quadri e affreschi seicenteschi, mentre la chiesa parrocchiale adiacente ospita pregiate sculture lignee, argenti, paramenti sacri e antichi volumi.
Le opere provengono dalla ricchissima collezione dei Gesuiti e, in alcuni casi, dalle chiese più antiche del paese, a testimonianza del gusto e delle scelte della committenza locale.

La volta e le lunette laterali del refettorio sono state affrescate: al centro della volta campeggia un grande stemma dell’Ordine, mentre, lungo i bordi inferiori, figure di gesuiti illustri sono inquadrate dentro medaglioni incorniciati da festoni floreali. Inoltre sono rappresentate la Gloria di Sant’Ignazio di Loyola e la Gloria di San Francesco Saverio.
All’interno del Collegio possiamo ammirare una raccolta di statue lignee in estofado de oro del XVII secolo e, negli appartamenti del parroco, il retablo di San Cristoforo, attribuito al Maestro di Oliena attivo nel XVI secolo.

Santa Maria Assunta

La chiesa di Santa Maria è la chiesa più antica di Oliena; costruita tra il XIII e l’inizio XIV secolo è stata la parrocchia del paese sino al 1791.
L’edificio – che un tempo risultava al di fuori del villaggio, al centro di un’area cimiteriale – ha subito nel corso del tempo diversi rimaneggiamenti che ne hanno modificato radicalmente l’aspetto.
I restauri iniziati negli anni ’90 hanno però restituito diversi elementi originali. All’esterno sono stati evidenziati gli archi a sesto acuto che un tempo davano accesso alle cappelle laterali, mentre all’interno si è cercato di recuperare la muratura originale.

Nelle otto cappelle erano ospitati fino al 1931 altrettanti retabli in legno che oggi sono andati in gran parte dispersi. Alcune porzioni di questi sono state rinvenute in una collezione privata a Roma, mentre nella parrocchia di Sant’Ignazio è conservato il retablo di San Cristoforo (1530/1535) attribuito al Maestro di Oliena, che era attivo proprio in quel periodo. Oggi, sopra il portale principale è possibile ammirare un grande dipinto di Liliana Cano raffigurante il battesimo di San Giovanni Battista.

San Lussorio

La Chiesa di San Lussorio risale al XV secolo. È una piccola perla di dimensioni ridotte con una facciata molto semplice sormontata da un campanile a vela.
All’interno si può osservare lo schema costruttivo gotico-catalano sia nella pianta con navata unica a quattro campate, separate da archi acuti, sia nel presbiterio rialzato e coperto da una volta a crociera.
Sul presbiterio, da cui si accede anche alla sacrestia, è posto un altare in muratura, e in muratura sono anche le bancate laterali lungo le pareti della chiesa.
Il presbiterio è decorato con affreschi, rappresentanti tendaggi ed elementi architettonici, che fanno da cornice alla nicchia contenente la statua del santo.
Attualmente la chiesa è arricchita da affreschi dell’artista Liliana Cano, particolarmente legata al paese di Oliena.
A questa chiesa era annesso il convento dei frati Minori di San Francesco, che rimasero a Oliena dal 1640 al 1644.

Santa Croce

La chiesa di Santa Croce è molto probabilmente una struttura del XVI secolo sovrapposta a un edificio più antico andato parzialmente distrutto.
La facciata è semplice, con un coronamento ondulato sormontato da quattro croci, con una quinta croce posizionata sopra il campanile a vela, e una sesta nella parte posteriore, nel punto in cui si incontrano le falde del tetto.
L’impianto è a un’unica navata, in cui le campate sono separate da archi a tutto sesto.
Il soffitto è realizzato con travi in legno e incannucciato. Al suo interno si conservano un crocifisso ligneo del Settecento e, solo durante i riti della settimana santa, viene esibita una statua del Cristo deposto.
È presente anche un tabernacolo ligneo seicentesco in forma di piccolo tempio decorato da colonnine, rosette e dall’Agnus Dei.
I recenti lavori di restauro hanno portato alla luce, nel presbiterio, degli affreschi che rappresentano i quattro evangelisti.
Particolarmente antica sembra l’acquasantiera all’ingresso, scavata in un cilindro di basalto, dalle superfici non levigate.
La chiesa ospitava l’oratorio della confraternita di Santa Croce, fondata nel 1588 su approvazione dell’arcivescovo di Cagliari.

Nostra Signora della Pietà

Le chiese campestri e le feste ad esse collegate rappresentavano, e talvolta ancora rappresentano, degli importantissimi luoghi di socialità in cui stringere e rafforzare i legami fra abitanti di paesi vicini. Non a caso, spesso, intorno a questi edifici sorgevano degli ambienti, noti in Sardegna con il nome di humbressias, che servivano ad ospitare per qualche giorno i pellegrini provenienti dal circondario.

Una di queste chiese, forse la più suggestiva (seppur priva di humbressias), si trova all’interno del Parco di Su Gologone in prossimità dell’omonima fonte.
La facciata, inconfondibile, è coronata da un elemento a doppia voluta sormontata da un campanile a vela. L’interno, a due campate separate da archi a sesto acuto, presenta un presbiterio caratterizzato da un altare a navicella.

Santa Lucia

Lungo la strada che conduce alla valle di Lanaitho, nei pressi della Chiesa di San Giovanni, si trovano i suggestivi ruderi della chiesa campestre di Santa Lucia, un antico edificio religioso le cui prime testimonianze risalgono al 1495.

La struttura è realizzata in cantoni di pietra di diversi colori e dimensioni, sorretta da contrafforti laterali e obliqui. L’unica navata è divisa in quattro campate irregolari separate da archi a sesto acuto e termina in un presbiterio voltato a crociera. Sulla parete terminale si trova ancora un altare in muratura.

Nonostante il fabbricato oggi si presenti in rovina, privo della sua originaria copertura lignea, i resti restituiscono ancora l’eleganza e il fascino che l’edificio aveva in passato.

San Giovanni

Ubicato nei pressi della sorgente di Su Gologone, l’antico santuario di San Giovanni è noto alle fonti almeno dal XVI secolo. La sua facciata – con terminale orizzontale e un portale sormontato da un piccolo oculo, priva di spioventi e campanile – conferisce alla struttura un aspetto piuttosto caratteristico nella sua semplicità.

I contrafforti sui lati esterni scandiscono all’interno le tre campate voltate a botte, separate dagli archi a tutto sesto dell’unica aula. Il presbiterio ospita un altare in muratura entro cui è collocata la statua del santo, inserita in una nicchia ornata da due colonnine e sovrastata da un timpano.

Nel cortile adiacente all’edificio ancora oggi si svolgono i festeggiamenti per il santo che culminano nella celebrazione del 24 giugno. Qui un antico e robusto albero di ulivo offre, con la sua ampia chioma, un fresco riparo dalla calura estiva.

Nostra Signora di Monserrato

Situata in uno scenario suggestivo ai piedi di un’altura, la chiesa di Nostra Signora di Monserrato vanta origini che risalgono al 1543, come testimoniato dall’iscrizione in tufo all’ingresso. L’impianto attuale, edificato nel 1856 sui ruderi della costruzione cinquecentesca, conserva della struttura originaria la sacrestia e probabilmente la forma semicircolare dell’abside. La facciata, caratterizzata da un campanile a vela con due pinnacoli e un piccolo arco centrale, immette nell’unica navata divisa in tre campate da archi a sesto acuto, mentre il presbiterio, con abside semicircolare è coperto da una semicupola.

All’interno è custodita la statua della Madonna nera, ispirata a quella celeberrima del santuario di Montserrat in Catalogna. La sacrestia, accessibile dal presbiterio, presenta una volta a crociera in stile gotico-aragonese il cui recente restauro ha rivelato costoloni in trachite e antichi affreschi con decorazioni floreali oltre a un simbolo solare.

La chiesa è parte di un santuario dedicato alla Madonna, circondato da cumbessias, le tradizionali strutture abitative che ospitavano i pellegrini durante il novenario per i festeggiamenti che culminano l’8 settembre con la festa dedicata alla Beata Vergine di Monserrato.

La Vergine del Carmelo

La chiesa della Vergine del Carmelo si trova nella parte alta del paese su un piccolo spiazzo scosceso. La facciata è caratterizzata da un campanile a vela realizzato in mattoni rossi a vista che termina con un archetto; una struttura a capanna che si inserisce armoniosamente nel contesto architettonico e paesaggistico della zona.

La sua fondazione risale al 1619 ma oggi l’interno dell’edificio si compone di due corpi ben distinguibili per schema ed elementi costruttivi. La parte anteriore presenta un’aula con soffitto a capriate lignee e incannucciato separata dallo spazio sacro da un arco a tutto sesto. Il presbiterio si caratterizza invece per una copertura con volta a botte unghiata, con due lunette per lato e un altare di fattura novecentesca.

Nostra Signora di Buoncammino

La chiesa di Nostra Signora di Buoncammino si erge nei pressi dell’antico rione Sa Tiria su una posizione elevata che conferisce alla struttura una presenza distintiva.

La facciata della chiesa si distingue per le sue linee molto semplici e per il campanile a vela a tre aperture.

L’interno è caratterizzato da una navata unica articolata in tre campate, che conduce al semplice altare situato sul fondo. Quest’ultimo è impreziosito da una nicchia che ospita la statua della Madonna, elemento centrale del culto e della devozione dei fedeli. Tuttavia, la chiesa ha subito nel tempo interventi di restauro che hanno alterato parte del suo aspetto originale e sollevato dubbi sulla loro congruità.

Queste modifiche hanno compromesso in parte l’integrità estetica dell’edificio, pur non minandone il valore spirituale e la funzione religiosa all’interno della comunità.

La Chiesa di Nostra Signora di Buoncammino rimane un luogo di fede importante per gli abitanti di Oliena, simbolo di devozione mariana e punto di riferimento spirituale nonostante le sfide legate alla conservazione del suo patrimonio architettonico.

San Giuseppe

Edificata nel XVII secolo e situata nell’antico rione di Sa Banditta, la chiesa di San Giuseppe si distingue per la sua semplicità e robustezza. Un campanile a vela caratterizza la facciata mentre i massicci contrafforti esterni sostengono all’interno gli archi a tutto sesto e la copertura a spioventi dell’edificio, e conferiscono alla struttura una presenza imponente nel contesto paesaggistico.

La navata unica, suddivisa in tre campate dai già citati archi a tutto sesto, termina nel presbiterio, dove l’altare ospita una nicchia contenente la statua di San Giuseppe. La decorazione in stucco a forma di conchiglia sull’altare, elemento artistico tipico dello stile barocco, non è un semplice dettaglio estetico ma rappresenta un simbolo di protezione e accoglienza, tipici attributi di San Giuseppe, custode e protettore.

Nostra Signora d'Itria

Nostra Signora d’Itria, ubicata vicino alla parrocchiale di Sant’Ignazio, risale probabilmente alla fine del XVI secolo e potrebbe essere stata originariamente dedicata a San Bernardino. La presenza di una confraternita dedicata alla Vergine d’Itria, istituita il 28 maggio 1613, sottolinea il valore storico e spirituale di questa chiesa all’interno della comunità.

L’edificio, in stile barocco, è caratterizzato da una facciata con doppie volute e un campanile a vela decorato. Elementi decorativi barocchi sono visibili anche sull’architrave aragonese che sormonta il portone d’ingresso e sulla cornice di una finestra nel lato sinistro.

L’interno presenta una navata unica a due campate separate da archi a sesto acuto e un soffitto in travi di legno e canne. Il presbiterio è articolato in due vani voltati a botte con decorazioni in stucco, cherubini e un affresco seicentesco che raffigura la discesa dello Spirito Santo sulla Vergine e sui dodici apostoli.

Al suo interno sono custodite la statua della Madonna venerata nella processione del giorno di Pasqua, abbigliata con eleganti capi in broccato, e la statua di San Bernardino, accompagnata da simboli francescani e gesuiti.

Sant'Anna

La chiesa di Sant’Anna, edificata nel XVII secolo, sorgeva originariamente fuori dall’abitato, in un’area che all’epoca era considerata periferica.

La facciata, il cui principale elemento distintivo è rappresentato da un campanile a vela, è di grande semplicità. L’edificio presenta una navata unica suddivisa in due campate separate da archi a sesto acuto.

È senz’altro meritevole di menzione l’altare in muratura, tipicamente seicentesco, adornato da una nicchia circondata da quattro colonne tortili e concluso da una decorazione a forma di fiamma.

Sant’Anna è tradizionalmente considerata la protettrice delle partorienti, e la sua venerazione è profondamente radicata nella religiosità popolare di Oliena. Le giovani donne offrivano le loro lunghe trecce sull’altare della Santa, nella speranza di ottenere il dono della fertilità; veniva invocata anche per favorire la lievitazione del pane. La devozione nei suoi confronti è testimoniata dall’antica leggenda secondo cui su un masso, situato nella zona di Masiloghi e oggetto di venerazione popolare, la Santa avrebbe lasciato impressa l’impronta della mano e del gomito, meta d’obbligo dei pellegrini che fanno ritorno dal santuario di Nostra Signora di Monserrato.

San Francesco da Paola

Costruita nel XVI secolo insieme al convento, fu sede dell’Ordine dei Minimi di San Francesco da Paola fino alla soppressione decretata da Carlo Emanuele III nel 1767. La chiesa si trovava inizialmente nella periferia dell’abitato mentre oggi risulta pienamente integrata nel tessuto urbano.

La facciata, caratterizzata da una grande semplicità, è sormontata da un ampio campanile a vela a tre fori. L’interno è costituito da una sola navata, coperta da un soffitto in travi lignee e incannucciato, suddivisa in quattro campate da archi a sesto acuto. Due aperture ad arco conducono al presbiterio da cui si accede a un vano laterale.

All’altezza dell’ultima campata di destra si innesta una cappella con volta a botte unghiata, arricchita da affreschi settecenteschi.

Un’iscrizione in latino sull’altare della cappella ricorda i lavori di restauro effettuati nella prima metà del XVIII secolo, seguendo le volontà del sacerdote Giovanni Bernardino Sanna Manca.

I locali del piccolo monastero sono parte integrante della struttura e testimoniano la ricca storia religiosa e comunitaria del luogo. Ancora oggi la chiesa continua ad essere testimone di importanti momenti della vita comunitaria e spirituale del paese: il giorno di Pasqua parte da qui la processione con il simulacro della Madonna che incontrerà quello del Cristo risorto, proveniente dalla chiesa di Santa Croce, per incontrarsi nel suggestivo rito di s’Incontru in piazza Santa Maria.

La Vergine di Bonaria

La chiesa della Vergine di Bonaria, appena fuori dal centro abitato, sorge su un’altura a est che offre un belvedere eccezionale con vista mozzafiato sui monti circostanti.

L’edificio, in passato residenza dei frati della Mercede, è di grande semplicità ma con alcune peculiarità architettoniche. In facciata presenta un campanile a vela che culmina con un piccolo arco, mentre sul solo lato sinistro si registra la presenza di solidi contrafforti.

L’accesso alla chiesa è sopraelevato rispetto al terreno circostante da cinque gradini. L’interno è articolato in due campate, separate da gradini che si articolano su livelli diversi; altri quattro scalini obliqui conducono al presbiterio, creando un interessante gioco di volumi e prospettive.

Casa natale di Padre Solinas

Padre Giovanni Antonio Solinas nacque in questo antico edificio nel 1643 e trascorse qui tutta l’infanzia prima di entrare nella Compagnia di Gesù nel 1663.
Il martire cristiano è ancora oggi venerato dai suoi concittadini come modello di santità e dedizione.
La casa natale in cui Padre Solinas visse con la sua famiglia, benestante e di estrazione nobile, era più ampia e prevedeva diversi piccoli fabbricati di cui rimane traccia nella parete sud-ovest degli edifici adiacenti.
Della costruzione originale, risalente almeno alla prima metà del XVII secolo, oggi si conservano piccoli ambienti ristrutturati, di proprietà del Comune, distribuiti su due piani e impiegati per mostre ed esposizioni.
L’edificio attuale è a pianta rettangolare ed è caratterizzato da una rampa di scale esterna in granito che permette l’accesso al piano superiore mentre al piano terreno si configura come una loggia ad arco ribassato.
La facciata principale, trattata ad intonaco liscio bianco, presenta rade e piccole aperture. Il tetto a due falde è realizzato con coppi che sporgono dalla muratura per permettere lo smaltimento delle acque piovane ed evitare così di bagnare le mura.

Eventi
Tutto il giorno Sereno - Vento moderato da est
Sabato
35 / 23 °C
Tutto il giorno Sereno - Vento moderato da est
Domenica
37 / 24 °C
Tutto il giorno Sereno - Vento moderato da est
Lunedì
38 / 25 °C
Tutto il giorno Sereno - Vento moderato da est
Martedì
38 / 27 °C
Tutto il giorno Sereno - Vento moderato da est
Mercoledì
39 / 27 °C
Tutto il giorno Sereno - Vento variabile
Giovedi
39 / 26 °C
Tutto il giorno Sereno - Vento variabile
Venerdì
39 / 25 °C